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Biodegradabile, compostabile e rinnovabile…qual è la differenza?

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10 gen 2018

In questi giorni, con riferimento ai sacchetti per l’acquisto di frutta e verdura, vengono spesso citati i termini biodegradabili e compostabili. Cosa significano queste parole?

Assobioplastiche, l’Associazione Italiana delle Bioplastiche e dei Materiali Biodegradabili e Compostabili, ha chiarito la differenza tra termini che all’apparenza potrebbero sembrare sinonimi ma che nella realtà non lo sono e infatti con: 

  • Biodegradabile si intende la capacità di un materiale di essere degradato in sostanze più semplici attraverso l’attività di rielaborazione dei microorganismi. Al termine di questo processo, le sostanze organiche di partenza vengono trasformate in molecole inorganiche semplici quali acqua, anidride carbonica e metano. Anche un robusto tronco di quercia è biodegradabile, a patto di attendere un tempo molto lungo per la sua riduzione in molecole inorganiche semplici. Il tutto senza rilascio di sostanze inquinanti. La caratteristica di biodegradabilità dipende dalla natura chimica della materia prima ragion per cui si può avere un prodotto da materia prima rinnovabile, che però non è biodegradabile, e un prodotto ricavato dal petrolio, ma biodegradabile.
  • Compostabile si fa riferimento alla capacità del materiale organico di essere riciclato nella frazione dell’umido organico trasformandosi in compost attraverso il compostaggio, ossia un processo di decomposizione biologica della sostanza organica che avviene in condizioni controllate. Alla fine del procedimento si ottiene un prodotto (il compost) biologicamente stabile, inerte e inodore. Questo tipo di stabilizzazione è ottenibile in poche settimane. Il compost stesso, sostanza organica ricca di humus, di flora microbica attiva e di microelementi, rappresenta la soluzione ideale contro la desertificazione dei suoli e l’impoverimento di carbonio ed è considerato un ottimo prodotto nel settore agricolo in quanto funge da fertilizzante naturale.
  • Rinnovabile ci si riferisce all’origine del prodotto e in particolare alla caratteristica di quelle materie prime, in prevalenza di origine vegetale e animale, di rigenerarsi in tempi brevi, come alberi e piante, derivati e scarti in contrapposizione alle materie prime di fonte fossile, come il petrolio.